COLLEZIONE

Le famiglie Pulici e Restelli

NUMERO INVENTARIO: 20

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Febbraio, 2024
Le cascine avevano una corte con un nome proprio, legato per lo più alla famiglia che vi risiedeva o a caratteristiche specifiche. Borgo Cascina Conti era conosciuto in modi diversi, tra cui “Cort di Pures”. Era un gioco di parole perché in milanese “pures” significa pulci, all’epoca molto diffuse e in aggiunta i Pulici erano una delle famiglie storiche residenti lì. I Pulici arrivano dalla Brianza probabilmente a metà Ottocento, momento in cui compare per la prima volta il loro cognome tra i nuovi nati nell’archivio parrocchiale. Fino ai primi anni del Novecento lavorano come contadini al servizio della famiglia Bianchi, proprietaria dei terreni. Vivono in cascina pagando un affitto molto basso e vendono i prodotti al mercato agricolo. Intorno al 1920 avviano un’attività in proprio, diventando trasportatori con carro e cavalli. Alcuni di loro invece vanno a lavorare in fabbrica come operai meccanici. La fotografia immortala le famiglie Pulici e Restelli. Registra un passaggio tra generazioni e ambiti lavorativi (evidente anche nella trasformazione dell’abbigliamento): a destra Rodolfo e Rosa Pulici, i capostipiti, legati al lavoro contadino; mentre gli uomini in terza fila lavorano in fabbrica. L’ingresso della casa dei Pulici, mantenuto nella struttura attuale della cascina, è quello più vicino alle arcate ferroviarie, nella stecca esterna. La corte si svuota definitivamente man mano che i suoi abitanti scompaiono o si trasferiscono: l’ultima residente rimasta era Rosina Pulici, venuta a mancare nel 1990. Chi trasloca porta con sé la maggior parte degli oggetti; altri vengono lasciati lì (ad esempio attrezzi, ma anche libri o lettere) e vengono reuperati per essere esposti all’interno della mostra organizzata nel 2003 nell’oratorio della parrocchia di San Martino. All’interno di un messale è stata trovata proprio questa fotografia.
M. B.
“La cascina era aperta, è come entrare adesso. Avevi tutto disponibile entrando; le porte erano in parte chiuse e in parte aperte. Era completamente disabitata, la parte antica era tutta aperta."
Gianni Banfi