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Il quartiere di Greco a Milano fa da ponte fra quartieri: “Non siamo né centro né periferia, siamo quel nulla che si trova in mezzo”, dice un abitante. Nonostante la vicinanza all’Università Bicocca, il quartiere di Greco tende a chiudersi rispetto al resto della città; non ha molti luoghi di incontro, una carenza cronica di aree verdi per le famiglie e i ragazzi, la mancanza di aree a uso sportivo. Negli ultimi dieci anni ha assistito a una crescita e una diversificazione demografica dovute alla costruzione di nuove abitazioni che, in alcuni, ha creato un senso di diffidenza.

Osservata da un altro punto di vista, però, Greco è anche una zona dalle ampie opportunità (“Un bel posto dove vivere, con una forte dimensione umana, dove – tutto sommato – si vive bene”) con un tessuto sociale forte e solidale le cui esperienze in atto ne fanno un polo modello dell’accoglienza, considerata la diffusione di realtà e organizzazioni dedite al contrasto dell’emarginazione sociale.

Su tutto, resta caratterizzante la morfologia del tracciato ferroviario che, se da un lato connette la zona al territorio e lo connota, dall’altro crea confini invalicabili e strutture spesso viste come fonte di degrado. L’identità di questo luogo si muove così, inevitabilmente, fra le contraddizioni di quello che è vissuto come “un paese, una piccola città nella grande città” che oggi attraversa una fase di sensibili trasformazioni.

In questo scenario, si colloca la progettazione avviata da ABCittà in risposta ai bisogni degli abitanti: sono i progetti BinG | Binari Greco e BiG | Borgo intergenerazionale Greco e più recentemente MUBIG.