COLLEZIONE

Il catino della Feliza

NUMERO INVENTARIO: 16

CATEGORIA

TIPOLOGIA

ANNO

PROPRIETARIO

FONTE

DATA DI RACCOLTA

Marzo, 2024
La signora Felicia (per tutti “Feliza”) Casati ha abitato nel Borgo Cascina Conti per tutta la sua vita. La sua famiglia era di origine contadina e, anche se faceva la lavandaia, aveva mantenuto un orticello che coltivava ad uso personale (fino al 1949-50, quando la concessione non le è stata rinnovata per il muscolare processo di edificazione tipico di quella stagione). Feliza era specializzata nel lavaggio dei tessuti colorati, compito che richiedeva grande cura: veniva svolto da lavandaie con maggior esperienza e competenza per evitare che le tinte si mescolassero. Feliza abitava con la sorella nel corpo periferico della corte, quello verso la chiesa (adesso adibito ad abitazioni private), ma nei mesi caldi si trasferiva nella “casa dell’estate”, una grande stanza all’interno del corpo centrale. Qui Elettra Testoni ha avuto modo di entrare più volte nel corso degli anni Novanta, dopo la morte di Feliza grazie al contatto con un cugino. Così ha fotografato il catino vicino alla porta d’ingresso con il cestino per le uova sul tavolo, l’ombrello, il porta-mestoli e, appesi ai ganci, i secchi per l’acqua. Questi venivano riempiti una volta al giorno: ci si riforniva d’acqua tramite la pompa presente all’interno di una colonna in cortile, che attingeva al pozzo sottostante. Il catino costituiva l’unica possibilità di lavarsi in casa prima dell’avvento dell’acqua corrente. Il treppiede a sostegno della bacinella poteva essere più o meno sofisticato, con aggiunta di specchietto, brocca in ceramica e bracci porta asciugamano. Questa versione è molto semplice e rustica ed è provvista solo del porta-sapone. Il catino è di metallo smaltato e inizialmente presentava un bordo blu (come la scritta sottostante), che è stato ridipinto.
M. B.
“Il catino è di metallo smaltato. Io lo volevo rimettere a posto, quando l’ho visto mancavano dei pezzi di smalto dal catino; se volevo tenerlo dovevo sistemarlo. Era bianco sempre, ma aveva un bordino blu che non c’è più. Il catino è originale però ha già su una mano di vernice: perché lo volevo decorare così con le violette, fare decoupage”
Elettra Testoni