COLLEZIONE

Emilia Capitelli lava i panni alla Cassina de’ Pomm 

NUMERO INVENTARIO: 28

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Febbraio, 2024
Emilia Capitelli viene fotografata dal figlio Roberto mentre lava i panni di casa (non era infatti una lavandaia professionista) sulla riva del naviglio Martesana all’altezza della Cassina de’ Pomm. Emilia dispone di una versione in legno del dispositivo detto “brellin al foss”, composto solitamente da una pietra inclinata posta quasi al livello dell’acqua, e della navetta entro la quale ci si inginocchiava (in alcuni casi si aggiungeva un’imbottitura per maggiore comodità). La tecnica consisteva nell’immergere i panni nell’acqua, stenderli sulla pietra (“preia”) per insaponarli e strofinarli, sciacquarli nell’acqua, infine strizzarli. Sulla Martesana rimangono ancora alcuni segni di “brellit”, in particolare in direzione Gorla prima di arrivare al ponte di viale Monza; ma a Greco il bucato si faceva soprattutto nell’acqua limpida delle rogge che scorrevano ai bordi delle strade. Le lavanderie arrivate a Greco a metà Ottocento in notevolissimo numero (circa 40), dopo un secolo di permanenza e dopo aver svolto un ruolo importantissimo anche sul piano sociale, cominciano a tramontare in modo tale che, nel giro di una ventina d'anni, a partire dagli anni Cinquanta, subiscono un tracollo pressoché totale.
M. B.
“Però questa è una situazione un po’ inventata perché questo qui serviva per proteggere, ma manca davanti la pietra. Perché questo non è il posto dove lei andava a lavorare, andava perché stava lì di casa”
Gianni Banfi
“Sul Naviglio Grande ci sono fotografie dove ne vedi a cinquanta, d’inverno, tutte imbacuccate, però con le mani dentro l’acqua”
Gianni Banfi